Gli Ebrei Possedevano e Gestivano il Traffico di Schiavi


Vale davvero la pena de leggere il seguente articolo. OVVIAMENTE NOI SIAMO AL 100%CONTRO L’ISLAM, questo è un altro programma Ebraico e le persone che senza saperlo sono devote a questo sono sotto il controllo psichico degli Ebrei, in maniera non diversa dai Cristiani. Nonostante questo, vale la pena di leggere il seguente articolo. Gli Ebrei sono quelli che dovrebbero pagare i danni, cosa che possono benissimo permettersi :

Chi Ha Portato gli Schiavi in America? Di Walter White Jr., 1968

La storia degli schiavi in America comincia con Cristoforo Colombo. Il suo viaggio inAmerica non venne finanziato dalla Regina Isabella, ma da Luis de Santangelo, che anticipò la somma di 17.000 ducati (circa 5.000 sternile di oggi equivalgono a 50.000 sterline) per finanziare il viaggio, che cominciò il 3 Agosto 1492.

Colombo venne accompagnato da cinque “marrani” (Ebrei che avevano messo da parte la loro religione e sarebbero dovuti diventare Cattolici), Luis de Torres come interprete, Marco come chirurgo, Bemal come fisico, Alonzo de la Calle e Gabriel Sanchez (1).

Gabriel Sanchez, supportato dagli altri quattro Ebrei, spinse Colombo verso l’idea di catturare 500 Indiani e venderli come schiavi a Siviglia, Spagna, cosa che venne fatta. Colombo non ricevette il denaro della vendita degli schiavi, ma divenne vittima di una cospirazione da parte di Bemal, il dottore della nave. Colombo soffrì ingiustizie ed imprigionamento come ricompensa. Tradito dai cinque marrani (Ebrei) a cui aveva creduto e dato aiuto. Questo, ironicamente, fu l’inizio della schiavitù in America. (2)

Gli Ebrei vennero espulsi dalla Spagna il 2 Agosto 1492, e dal Portogallo nel 1497. Molti di questi Ebrei emigrarono in Olanda, dove misero in piedi la Compagnia delle Indie Occidentali per sfruttare il nuovo mondo.

Nel 1654 il primo Ebreo emigrò dall’Olanda a New Amsterdam (New York), Jacob Barsimson, e nella decade successiva molti altri lo seguirono, stabilendosi lungo la Costa Orientale, principalmente a New Amsterdam e Newport, Rhode Island. Venne loro impedito da un’ordinanza del Governatore Peter Stuyvesant di impegnarsi nell’economia del poso, così scoprirono rapidamente che il territorio abitato dagli Indiani sarebbe stato terreno fertile. Non c’erano leggi che impedissero agli Ebrei di commerciare con gli Indiani.

Il primo Ebreo che diede il via al commercio con gli Indiani fu Hayman Levy, che importò perline di vetro economiche, tessuti, orecchini, braccialetti ed altri ornamenti economici dall’Olanda che vennero scambiati per delle pellicce di valore. Hayman Levy venne presto raggiungo dagli Ebrei Nicholas Lowe e Joseph Simon. Lowe concepì l’idea di vendere rum e whiskey agli Indiani e di mettere in piedi una distilleria a Newport, dove venivano prodotti questi liquori. Dopo breve tempo c’erano 22 distillerie a Newport, tutte possedute da Ebrei, che producevano e distribuivano “l’acqua infuocata”. La storia di distruzione degli Indiani, con i conseguenti massacri dei primi coloni, è una storia in sé drammatica.

E’ essenziale comprendere il porto marittimo di Newport. E’ importante per riconoscere il ruolo Ebraico nel commercio di Schiavi. Ci fu un periodo quando ci si riferiva ad esso come “Il Porto Ebraico centro Mondiale del Commercio di Schiavi”. C’erano in totale sei comunità Ebraiche in Nord America in quegli anni: Newport, Charleston, New York, Philadelphia, Richmond e Savannah. C’erano anche molti altri Ebrei sparsi in tutta la Costa Orientale. Sebbene New York fosse al primo posto come insediamento Ebraico del Nord America, Newport era al secondo posto.

New York era anche la fonte principale della carne Kosher, e riforniva gli insediamenti del Nord America, poi le Indie Occidentali ed il Sud America. Ma ora Newport ne aveva preso il posto! Newport divenne anche il grande porto commerciale della Costa Est dell’America del Nord. Lì si incontravano navi di tutto il mondo per scambiare merci. Newport, come già detto, rappresentava il primo luogo di commercio di rum, whiskey, e liquori. Per concludere, divenne infine il Centro Principale della tratta di Schiavi. E’ da questo porto che le navi partivano ed attraversavano l’oceano, per trasportare il loro carico di umani neri e ricavar grandi somme di denaro in cambio di essi.

Un rapporto autentico e contemporaneo delle autorità indica che 128 navi di Schiavi, per esempio, scaricarono a Charleston, in un anno, il loro “carico”. 120 di esse erano iscritte da Ebrei di Newport e di Charleston con il loro stesso nome. Per quanto riguarda le altre, si può supporre che, sebbene giunsero a Boston (1), Norfolk (2) e Baltimora (4), i loro veri proprietari erano allo stesso modo gli stessi Ebrei trafficanti di schiavi di Newport e Charleston.

Si può stimare il coinvolgimento Ebreo nell’intero traffico di Newport, se si considera il peso di un solo Ebreo, il Portoghese Aaron Lopez, che gioca un ruolo importante nella storia globale degli Ebrei e della Schiavitù.

Aaron Lopez

Per quanto riguardal’intero commercio delle Colonie, e del successive stato del Rhode Island (che comprendeva Newport), le polizze di carico, le concessioni, le ricevute, e le dichiarazioni portuali portavano la firma dell’Ebreo Aaron Lopez (3). Tutto questo si verificò durante gli anni dal 1726 al 1774. Quindi aveva più del 50% delle responsabilità sotto il suo controllo, per almeno cinquant’anni. A parte questo, c’erano altre navi di sua proprietà, ma che navigavano sotto altri nomi.

Nell’anno 1749, venne fondata la prima Loggia Massonica. Il novanta percento dei membri della prima loggia, in tutto quattordici, erano Ebrei. Si sa che soltanto questi individui cosiddetti “prominenti” venivano accettati. Vent’anni più tardi, venne fondata la seconda Loggia Massonica “Re Davide”. E’ un dato di fatto che tutti i suoi membri erano Ebrei.

Nel frattempo, l’influenza Ebraica a Newport aveva raggiunto proporzioni tali che il Presidente George Washington decise di fare loro visita. Alla sua comparsa, entrambe le Logge Massoniche inviarono un emissario – un Ebreo chiamato Moses Seixas (4) – per poter parlare al Presidente con una petizione, in cui gli Ebrei di Newport dicevano: “Se permetterete ai figli di Abramo di avanzarvi una richiesta, di dirvi che vi onoriamo, e di sentire un’alleanza ...” e poi “fino ad oggi i diritti di un cittadino libero sono stati negati.
Tuttavia, noi vediamo arrivare un nuovo governo che sarà basato sulla Maestà del popolo, un governo che non sanzionerà nessuna bigotteria né persecuzione sugli Ebrei, ma piuttosto concederà libertà di pensiero che ognuno ha, indipendentemente dalla sua Nazione o Lingua, come parte di una grande macchina di Governo”.

A questo punto è necessario considerare tali rivelazioni per vedere chi in realtà ottenne tale leggendaria libertà in America quando venne fondata l’Unione. Per essere sicuri, la provincia divenne indipendente e separata dalla Giurisdizione Inglese. Tuttavia, possiamo vedere dalla petizione (5) cosa offrì Moses Seixas al Presidente Washington nel nome degli Ebrei di Newport, che in realtà non era il tipo di libertà che avevano in mente. Erano soltanto preoccupati di loro stessi e dei loro “diritti civili” che gli erano negati. Quindi, dopo la Guerra Rivoluzionaria, agli Ebrei vennero accordati pari diritti, e vennero liberati da ogni restrizione! Ed i Negri? Nonostante la Guerra Rivoluzionaria, restarono degli schiavi! Nel’anno 1750 un sesto della popolazione di New York era Negroide e, proporzionatamente alla parte Sud del Paese, erano in numero inferiore, ma la proclamazione di Libertà non li ha toccati. Parlerò ancora di questo più avanti.

Osserviamo da vicino questo tetra operazione manuale degli Ebrei che gli ha conferito influenza e potere, in modo da poter comprendere il Commercio di Schiavi; è stato scritto così tanto da allora dagli zelanti scrittori Ebrei, che oggi, dopo che molto è stato rimosso, tutto sembra naturale perché il tempo tende a rendere le cose nebulose.

Seguiamo il viaggio di una nave, posseduta da un trafficante di schiavi, Aaron Lopez, che aveva fatto molti viaggi nella costa Africana.

Per esempio, nel mese di Maggio del 1752, la nave “Abigail” venne equipaggiata con circa 9.000 galloni di rum, una grande quantità di catene per i piedi e di manette, pistole, polvere, sciabole, e molte inutili decorazioni di latta, e sotto il comando del Capitano Ebreo Freedman salpò per l’Africa. C’erano due Amici e sei marinati che formavano l’equipaggio. Tre mesi e mezzo più tardi giunsero sulla Costa Africana. Nel frattempo si era formata una Agenzia Africana, da parte dei trafficanti di schiavi Ebrei, che li avevano riuniti e preparati per la vendita. Questa organizzazione andò in profondità in Africa, aveva molte ramificazioni, includendo i capi dei gruppi, dei villaggi, etc. Questo metodo di vincere su questi leader ai fini del traffico di schiavi Ebraico era simile a quello che gli Ebrei avevano usato con gli Indiani.

Inizialmente, si presentarono con del rum, e si trovarono presto in un delirio alcolico. Quando la polvere d’oro ed la fornitura di avorio finirono, furono indotti a vendere i loro discendenti. Prima le loro mogli, e poi i loro giovani. Poi cominciarono una guerra fra di loro, tramata e sviluppata principalmente dagli Ebrei, e fecero dei prigionieri, anch’essi scambiati per del rum, delle munizioni e delle armi che erano fornite dagli Ebrei, che venivano usate per ulteriori campagne per catturare altri Negri. I Neri che venivano catturati erano legati a due a due e condotti attraverso le foreste preistoriche fino alla costa. Queste dolorose camminate richiedevano settimane, ed alcuni di loro spesso si ammalavano ed erano esausti, molti non erano in grado di alzarsi nemmeno sotto i colpi della frusta come incoraggiamento. Venivano lasciati morire ed erano divorati dalle bestie selvagge. Non era insolito vedere le ossa dei morti che giacevano nel sole tropicale, un triste ammonimento per le persone che volevano affondare questi percorsi.

E’ stato calcolato che per ogni Negro che ha subito i rigori di questo vagare, che ha potuto anche affrontare il lungo viaggio attraverso l’oceano, prima di raggiungere il suolo Americano ne sono morti nove su dieci! E se si considera che ci fu un esodo di UN MILIONE di schiavi neri in un anno, solo allora si può arrivare a comprendere l’enorme e tremendo esodo delle popolazioni Africane. Ad oggi l’Africa non è molto popolata, non solo a causa del milione di persone strappate alle loro capanne, ma anche al numero tra i cinque ed i nove milioni di vittime che non hanno mai raggiunto la loro destinazione. Una volta che raggiungevano la costa, gli schiavi neri venivano radunati, e venivano applicate delle catene per tenerli finché la successiva nave avesse attraccato. Gli agenti – molti dei quali Ebrei – che rappresentavano il Capo, cominciavano la trattativa con il Capitano. Ogni Negro gli veniva presentato personalmente. Ma i capitani avevano imparato ad essere sospettosi. Il Nero doveva muovere le sue dita, braccia, gambe, e l’intero corpo per assicurarsi che non ci fossero fratture. Anche i denti venivano esaminati. Se mancava un dente, il prezzo scendeva. La maggior parte degli agenti Ebrei sapeva come trattare i Negri malati con prodotti chimici in modo da venderli come nuovi. Ogni Negro valve circa 100 galloni di rum, 100 sterline di polvere da sparo, o in contanti tra i 18 ed i 20 dollari. L’annotazione di un capitano ci informa che il 5 Settembre 1763 un Negro fruttò addirittura 200 galloni di rum, a causa del rilancio fra gli agenti, che alzavano il prezzo.

Le donne sotto I 25 anni, sia in gravidanza che non, subivano lo stesso trattamento se stavano bene ed erano attraenti. Se avevano più di 25 anni perdevano il 25% di prezzo. E va detto che questi Negri, comprati da liberi nella Costa Africana per 20 o 40 dollari, venivano poi rivenduti dagli stessi trafficanti di schiavi in America per duemila dollari.

Questo rende l’idea di come gli Ebrei facevano in modo di acquisire incredibili fortune. Dopo la negoziazione, il Capitano Freedman pagava il conto, in merce o in contanti. Ricordava anche alcuni consigli che i suoi datori di lavoro Ebrei gli diedero quando partì da Newport per l’Africa “Metti più acqua possibile nel rum”. In questa maniera i capi Negri venivano doppiamente ingannati dagli Ebrei di Newport!

Il passo successivo era radere i capelli dalla testa degli schiavi appena acquistati. Poi venivano legati e marchiati con un ferro arroventato, sulla schiena o sui fianchi, identificandoli secondo il loro padrone. Adesso gli schiavi Negri erano realmente di proprietà dell’acquirente Ebreo. Se fossero fuggiti sarebbero stati identificati. Dopo tale procedura, si teneva una cerimonia di addio. Ci furono casi in cui intere famiglie vennero portate dal’interno sulla costa, e poi separate per andare a diversi acquirenti – il padre su una nave, i figli e le figlie su un’altra. Queste feste di “addio” erano solitamente infuse di emozioni, lacrime, dramma e tristezza. Non c’era alcuna gioia.

Il giorno successivo il trasporto iniziava dalla terra alla nave. Si faceva in modo di prendere sei Negri alla volta in fila verso la nave. Naturalmente i trafficanti di schiavi erano consci di quanto i Negri amassero la loro terra natia sopra ogni cosa, e sapevano che solo una grande forza poteva indurli a lasciarla. Alcuni Negri si gettavano in acqua. Ma i marinai erano preparati con dei cani addestrati e ritrovavano gli uomini in fuga. Altri Negri preferivano affogare. Quelli che arrivavano vivi a bordo venivano immediatamente spogliati. Qui si presentava un’ulteriore opportunità di saltare dalla nave e raggiungere la terra e la libertà. Ma i trafficanti di schiavi non avevano alcuna pietà; si preoccupavano soltanto di portare il loro carico Nero in America con la minor perdita possibile.

Quindi se un fuggitivo veniva catturato, gli venivano tagliate entrambe le gambe di fronte agli occhi degli altri Negri per ristabilire “l’ordine”.

A bordo della nave I Negri venivano separati in tre gruppi. Gli uomini stavano da un lato della nave. Le donne in un’altra, mentre il vigoroso Capitano faceva in modo che le donne Negre più giovani ed attraenti fossero accessibili per lui. I bambini restavano sul ponte, coperti da un telo se c’era brutto tempo. In questa maniera la nave di schiavi procedeva lungo il suo viaggio per l’America. Le navi erano troppo piccole, e non tutte erano adatte per trasportare gente. Erano appena equipaggiate per trasportare gli animali, a cui i Negri venivano equiparati. In una zona alta solo un metro queste creature sfortunate venivano messe in posizione orizzontale, pressate una vicino all’altra. La maggior parte era incatenata insieme.

Dovevano rimanere in questa posizione per tre mesi, fino alla fine del viaggio. Raramente c’era un capitano che si preoccupava di loro e che avesse un qualsiasi sentimento per queste pietose creature. Occasionalmente venivano portati sul ponte per prendere aria fresca, in catene di ferro.

In qualche modo questi Negri erano utilizzabili e duravano molto. Occasionalmente, alcuni di loro impazzivano, uccidendo i propri vicini che gli stavano pressati addosso. Gli venivano anche tagliate le unghie molto corte in modo che non potessero graffiarsi la carne uno con l’altro. La battaglia più terribile per un uomo, conquistare un centimetro o due per avere una posizione confortevole. E’ a questo punto che il supervisore degli schiavi entrava con la frusta. L’inimmaginabile, orribile quantità di escrementi che questi schiavi dovevano sopportare durante questi viaggi è impossibile da descrivere.

Nei quartieri femminili c’erano le stesse condizioni. Le donne davano alla luce dei bambini mentre erano pressate una sull’altra. Le donne Negre più giovani venivano costantemente violentate dal capitano e dalla ciurma, cosa che aveva come risultato un nuovo tipo di Mulatto non appena arrivarono in America.

In Virginia, o in qualsiasi delle città portuali del Sud, gli schiavi venivano trasportati a terra e venduti immediatamente. Si teneva una regolare asta, secondo il metodo di Acquisto in Africa. Chi offriva di più otteneva il “Ware”. In molti casi, a causa della sporcizia estrema, alcuni Neri si ammalavano durante il viaggio dall’Africa all’America. Non erano più utilizzabili. In tali casi il capitano accettava qualsiasi prezzo. Era raro servirsi di loro perché nessuno voleva comprare un Negro ammalato.

Quindi non sorprende che il dottore Ebreo senza etica fiutasse una nuova forma di guadagno. Acquistavano il Negro malato per una piccola somma, poi lo trattavano, e lo vendevano a caro prezzo. Occasionalmente al Capitano restava qualche Negro per cui non trovava un acquirente. In questo caso tornava a Newport e li vendeva agli Ebrei in cambio di qualche favore da poco. In altri casi, i proprietari delle navi Ebrei se li tenevano. E’ per questo motivo che la città di Newport ed i suoi dintorni avevano già 4.697 schiavi neri all’inizio dell’anno 1756.

La schiavitù non si estendeva al Nord. Inoltre, in molte delle colonie Nord Americane, la schiavitù era vietata. La Georgia cominciò a discuterne, allo stesso modo anche Filadelfia. Nuovamente erano gli Ebrei che gestivano un circolo vizioso, che gli aveva dato la libertà dopo la Guerra Rivoluzionaria, e tramavano di legalizzare il traffico di schiavi.

Si deve soltanto leggere il nome delle persone che vivono a Filadelfia che stavano chiedendo l’eliminazione delle leggi esistenti sul commercio di schiavi. Erano gli Ebrei Sandiford, Lay, Woolman, Solomon, e Benezet. Questo spiega tutto! Ma guardiamo indietro fino alla nave di schiavi “Abigail”. Il suo capitano – lo leggiamo dai suoi libri di bordo – faceva un business che dava profitto. Vendeva tutti i suoi Negri in Virginia, investiva un po’ del denaro in tabacco, riso, zucchero e cotone, ed andava a Newport dove depositava le sue merci.

Apprendiamo dai libri del Capitano Freedman che la “Abigail” era una piccola nave e poteva contenere soltanto 56 persone. Fece in modo, tuttavia, di guadagnare da un solo viaggio 6.621 dollari, che in cambio consegnò al proprietario della nave: tale Aaron Lopez.

L’enorme quantità di denaro acquisita dagli armatori Ebrei e dai commercianti di schiavi si vede meglio quando enfatizziamo i molti anni in cui questa compravendita di carne umana fu praticata. Prima del 1661, tutti i Coloni avevano delle leggi che proibivano la schiavitù. Fu in quell’anno che gli Ebrei divennero sufficientemente potenti da far abolire tali leggi, e la schiavitù inizio coscienziosamente.

Gli Ebrei avevano scoperto che i Coloni avevano bisogno di ulteriore manodopera per aiutarli ad arare i campi e le piantagioni, aiutare nella costruzione delle abitazioni, ed in generale per aiutare a fare il raccolto. Questo era particolarmente vero negli Stati del Sud a cui ci siamo riferiti prima. I Sudisti avevano vaste aree di suolo ricco adatto a riso, cotone, tabacco e canna da zucchero.

Inizialmente venivano impiegati gli Europei poveri. Le porte delle prigioni Inglesi si aprirono e finalmente i prigionieri di guerra Inglesi ed Olandesi vennero portati ai Coloni, per lavorare finché non avessero ripagato il costo del loro trasporto via nave e poi sarebbero stati liberi.

Non ci vuole molto ad un Ebreo per scoprire cosa stanno facendo I suoi fratelli, quindi un gruppo di Ebrei si stabilì a Charleston in Sud Carolina, dove misero in piedi delle distillerie per fare il rum ed il whiskey. Anch’essi impararono che potevano trattare con i nativi della Costa Occidentale dell’Africa per avere l’avorio, e furono acquistate diverse navi inviate poi in Africa, che portavano le solite perline di vetro ed altri ornamenti da pochi soldi che venivano dati in cambio di avorio, e che occupavano poco spazio sulla nave. Questi trafficanti Ebrei poterono rifornire le piantagioni con “L’avorio Nero”, che era necessario, sotto condizioni insane e di malaria che gli Europei non potevano tollerare senza ammalarsi, e che non solo riempivano le stive delle loro navi, ma portavano enormi profitti. (Questo stesso gruppo aveva in precedenza cercato di vendere gli Indiani come schiavi ma li trovò insoddisfacenti, perché gli Indiani non tolleravano questo tipo di lavoro). Quindi divenne attivo e lucroso un altro segmento del traffico di schiavi da Charleston, Sud Carolina. Venivano inviati molti carichi di schiavi Neri dalla Compagnia delle Indie Occidentali a Manhattan.

In quegli anni c’erano un certo numero di proprietari terrieri che si erano stabiliti nelle Indie Occidentali e due Ebrei, Eyrger e Sayuer, con forti connessioni ai Rothschild in Spagna, formarono un’agenzia chiamata ASIENTO, che più tardi operò in Olanda ed Inghilterra. Attraverso queste connessioni gli Ebrei in Olanda ed in Inghilterra esercitavano influenza su entrambe queste connessioni, che collaboravano per aiutare gli Ebrei a fornire Schiavi Neri ai Coloni.

Viste la cattura ed il trasporto di un milione di schiavi Neri all’anno, non è difficile immaginare che dal 1661 al 1774 (centro e trenta anni) siano stati rimossi approssimativamente centotrenta milioni di schiavi dalla loro terra natale. Circa il dieci percento, DIECI MILIONI, di schiavi Neri raggiunsero vivi le Colonie.

Abbiamo già parlato della piccola nave “Abigail” che poteva accomodare solo 56 persone, ma il profitto per ogni viaggio era enorme, con un investimento quasi nullo. C’erano molte altre navi ma noi ci concentreremo solo su poche di loro, come “La Fortuna”, “Hannah”, “Sally” o la “Venue” che facevano enormi profitti. “La Fortuna” tuttavia trasportava approssimativamente 217 schiavi per ogni viaggio. Il proprietario incassava non meno di 41,438 dollari Americani da un simile viaggio. Questi erano dollari che i commercianti di schiavi ‘potevano tenere’. Ed erano dollari di valore che potevano comprare grandi affari.

Se si considera anche gli Ebrei di Newport possedevano circa 300 navi di trasporto di schiavi, che erano attive senza sosta, attraccando a Newport-Africa, Charleston (o in Virginia), si può approssimare il tremendo guadagno che fecero gli armatori Ebrei. Infatti gli stessi Ebrei ammettono che di 600 navi, che salpavano da Newport per tutto il mondo, “almeno metà di loro” andavano in Africa, e sappiamo cosa “cercavano” queste navi sulla via dell’Africa.

Il fatto che Aaron Lopez avesse il controllo di oltre metà dei traffici combinati delle colonie del Rhode Island, insieme a Newport, è un fatto molto noto. Il noto Rabbino Morris A. Gutstein, nel suo libro “La Storia degli Ebrei a Newport”, cerca di cancellare questi fatti, sostenendo che non c’è nessuna prova che gli Ebrei fossero collegati al Traffico di Schiavi. E’ quindi necessario provare che gli Ebrei fossero connessi con il traffico di schiavi. Specialmente perché questo rabbino insiste che loro hanno dato un grande contributo, e dice quanto “benedetta” la loro presenza sia per la città di Newport. Sicuramente Morris A. Gutstein ci darà il permesso di presentare i fatti che lui non è riuscito a trovare.

Passiamo ad un rapporto della Camera di Commercio della “Colonia del Rhode Island” dell’anno 1764, dove vediamo che per esempio nell’anno 1723 “alcuni mercanti di Newport” condivisero l’idea di inviare i rum di Newport verso le coste dell’Africa. Questo si sviluppò in un tale export che nel giro di pochi anni “molte migliaia (di botti)” di rum partirono per quella rotta. A che scopo serviva quel rum?

L’Istituto Carnegie di Washington D.C. presenta e rende pubblici dei documenti autentici intitolati “Documenti Illustrativi della Storia del Traffico di Schiavi in America”. Vorremmo presentare alcuni fatti da questa particolare collezione di documenti originali ed analizzarli da vicino, e non per provare che il Rabbino Morris.A. Gutstein si sbagliava. In questa collezione del primo istituto Americano di studi, vediamo che la capitale “Rhode Island” contribuì alla diffusione della documentazione pubblica sul traffico di Schiavi. Qui troviamo una documentazione delle numerose lettere di bordo, lettere ai commercianti di Schiavi, e corrispondenza verso i capitani delle navi, che per il 15% erano Ebrei che vivevano a Newport. Tra questi troviamo, per esempio, l’Ebreo Isaac Elizar. Scrisse una lettera al Capitano Christopher Champlin il 6 Febbraio del 1763, dicendo che gli sarebbe piaciuto essere un agente per il carico degli schiavi. Poi seguono l’Ebreo Abraham Pereira Mendez, ed uno dei maggiori commercianti di schiavi, Jacob Rod Rivera suocero di Aaron Lopez. E c’è lo stesso Aaron Lopez, e molti, molti altri Ebrei. Sebbene abbiamo preso in considerazione Aaron Lopez diverse volte, la dimensione di questo trattato ci pone un limite, e non possiamo descrivere tutti gli scrittori preoccupati della corrispondenza sul Traffico di Schiavi, né i loro nomi e le date – piuttosto, vogliamo studiare la documentazione dell’ “Istituto Carnegie” stesso – tenendo a mente Aaron Lopez. Vorremmo vedere cosa stessero inseguendo questi Ebrei e quale fosse questo business. Poiché il Rabbino Morris A. Gutstein presenta se stesso come un “nobile e fine cittadino di Newport” che è stato così generoso da dare addirittura “contributi per il welfare”.

In molti scritti pubblicati in originale nell’Istituto Carnegie, vediamo che Aaron Lopez gestiva un enorme commercio di rum con le coste Africane in cambio di schiavi. Queste fatti inconfutabili sono i seguenti :

A parte questo, ci sono delle affermazioni simili che provengono da lettere di Aaron Lopez in originale, che egli inviò ai Capitani Henry Vruger, David Mill, Henry White, Thomas Dolbeare, e William Moore. Una lettera in particolare del Capitano William Morre ad Aaron Lopez & Company è particolarmente rivelatrice, e ne diamo una menzione speciale a questo punto. Vorremmo sottolineare i contenuti principali di questa lettera in cui il Capitano Moore scrive “Vorrei informarvi che la vostra nave ‘Ann’ ha attraccato qui, prima dell’ultima con 112 schiavi, composti da 35 uomini, 16 grossi giovani, 21 ragazzini, 29 donne, 2 ragazze cresciute, 9 ragazzine, e le assicuro che è un carico da rum (rum in cambio di schiavi) che non ho ancora incontrato, tra l’intero gruppo ce ne possono essere cinque che fanno eccezione”.

La data di questa lettera era 27 Novembre 1773. Non abbiamo ancora concluso a causa della mancanza di spazio, delle citazioni e delle parole di cui siamo grati all’ “Istituto Carnegie” per averle rese disponibili.

Il 29 Novembre 1767 l’Ebreo Abraham Pereira Mendez – che era stato ingannato da uno della sua specie – di Charleston, dove si era spostato per controllare meglio il suo carico Nero, scrisse ad Aaron Lopez di Newport :

“Questi Negri, che il Capitano Abraham All mi ha consegnato, erano in condizioni così povere a causa del trasporto, che sono stato obbligato a vendere 8 ragazzi e ragazze per sole 27 (sterline), altri 2 per 45 (sterline) e due donne ognuna a 35 (sterline)”. (Senza dubbio denaro Inglese).

Abraham Pereia Mendez era molto arrabbiato ed accusò Aaron Lopez di “ingannarlo”. Questa lettera ci mostra che questo cittadino generoso e fine di Newport era insaziabile per quanto riguarda la sua avidità di denaro. E’ questo che ha fatto si che il Rabbino Morris A. Gutstein presentò questo nobiluomo, Aaron Lopez, per seguire i suoi obiettabili metodi. I Negri erano per lui nient’altro che merce di scambio.

In tutte le lettere che “L’Istituto Carnegie” ha pubblicato, evidenza la mancanza di simpateticità umana per I poveri schiavi Negri. Questa mancanza di sensibilità e compassione per i pietosi ed abusati Neri nelle mani dei loro commercianti Ebrei, si può leggere nel diario di un capitano che capeggiava una nave posseduta da Aaron Lopez. Riguarda un viaggio dalla Costa Africana a Charleston. Inoltre esistono documenti autentici, pubblicato dall’ “Istituro Carnegie” di Washington D.C., che portano l’attenzione verso un’organizzazione di cui si sapeva poco o niente; non se ne trova nemmeno nessuna pubblicità su libri e giornali. Quindi, non è difficile immaginare che i fatti della parte dominante degli Ebrei d’America nel traffico di schiavi possano indicare un monopolio, sconosciuto agli Americani non-Ebrei, incluse le grandi masse di gente di tutto il mondo. Altri, tuttavia, anche se a conoscenza dei fatti, avevano delle buone ragioni per rimanere dolorosamente in silenzio.

Il capitano di un’altra nave, la “Otello”, tra le alter cose fece le seguenti annotazioni nel sui diario :

Questa nave era in viaggio da cinque mesi. Quanto doveva essere terribile ed impossibile da descrivere la sofferenza di questi milioni di Neri, che venivano strappati con forza brutale dalle loro amichevoli capanne Africane, pressati tutti insieme come animali nella stiva, e poi venduti preoccupandosi meno che se si fosse venduto un capo di bestiame. Non ci si stupisce che dieci di loro morirono, venivano comprati per pochi dollari e poi venduti per la somma di 2.000 dollari.

Alcuni Negri riuscirono, tramite insurrezione, a prendere il controllo di qualche nave e la fecero tornare a vele spiegate verso la loro patria Africa. L’equipaggio di una nave di schiavi, la “Tre Amici”, torturarono ad esempio il loro carico Nero in una tale maniera che i Negri si vendicarono con una ribellione sanguinosa. Uccisero il capitano e l’intero equipaggio e gettarono i morti in mare. Poi ripartirono per l’Africa dove letteralmente fuggirono nella loro duramente conquistata libertà.

Un fatto simile colpì la nave di schiavi “Amistad”. Tra gli schiavi c’era il figlio di un capo tribale nemico. Una volta che la nave era in viaggio, tramò con i suoi compatrioti per attaccate la ciurma della nave. Dopo una sanguinosa battaglia, fecero in modo di catturare il capitano. Il principe Negro lo obbligò a tornare in Africa, poi una volta sera, con l’oscurità, cambiò la rotta zigzagando per mesi finché giunse vicino alle coste Americane, ed incontrò una nave del governo. Questo accadde nell’anno 1839 quando il commercio di schiavi era già vietato ed illegale.

Gli schiavi Negri vennero liberati ed il capitano venne punito. Questi viaggi non erano privi di pericoli quando c’era carico Nero, cosa che spiega il fatto che gli Ebrei molto spesso ingaggiavano come capitani dei non-Ebrei. I commercianti di schiavi preferivano rimanere nel loro lavoro e contavano le grasse vittorie dopo ogni viaggio, come Aaron Lopez, che lasciò ai suoi eredi una delle fortune più grandi dell’era del New England.

Riguardando i fatto documentati che sono stati descritti, è importante tenere sempre a mente che quello fu un capitano fortunato che non perse più di 9 su 19 schiavi nel viaggio di ritorno./

E’ ugualmente importante ricordare che queste povere creature Nere dovevano stare in mezzo agli escrementi umani per tutto il viaggio. Pensateci! Non c’è da stupirsi che malattie e scarsa salute avessero un tasso così alto. Ricordate gli esempi: circa centodieci milioni di persone Nere vennero catturate e rimosse dalla loro patria in Africa. Soltanto UNDICI MILIONI di questi schiavi Neri raggiunsero vivi le Colonie.

E gli Ebrei continuano ancora a parlare dei Tedeschi e di Hitler e di come vennero sterminati sei milioni di Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa è la più grossa BUGIA mai perpetrata contro le genti di tutto il mondo – mentre la storia dei poveri schiavi Neri è documentata. Documentata con la VERITA’. Le prove sono ancora disponibili, in modo che il mondo possa vedere. Sono nel "Carnegie Institute of Technology" che si trova a Pittsburgh, Pennsylvania.

Dato che il presente documento viene distribuito, e potrebbe anche capitare nelle mani di un Ebreo, le prove probabilmente saranno rimosse e distrutte finché infine tutta la documentazione dannosa per gli Ebrei sarà rimossa. Gli Ebrei hanno praticato cose simili per secoli. Tale verità, tuttavia – la verità che espone fatti che non possono rimanere nascosti per sempre – ed altre verità verranno portate alla luce da quelli di noi che intendono liberare l’America da questi maledetti – gli Ebrei. La documentazione contenuta qui è stata ottenuta dall’Istituto di Studi Carnegie, attualmente noto come “Carnegie Institute of Technology." La seguente è una lista parziale delle navi di schiavi possedute da Ebrei :

Alcuni degli Ebrei di Newport e Charleston che erano impegnati nella distillazione o nel traffic di schiavi, o in entrambi, erano : Isaac Gomez, Hayman Levy, Jacob Malhado, Naphtaly Myers, David Hart, Joseph Jacobs, Moses Ben Franks, Moses Gomez, Isaac Dias, Benjamin Levy, David Jeshuvum, Jacob Pinto, Jacob Turk, Daniel Gomez, James Lucana, Jan de Sweevts, Felix (cha-cha) de Souza (noto come 'Principe degli Schiavisti' e secondo solo ad Aaron Lopez), Simeon Potter, Isaac Elizer, Jacob Rod, Jacol) Itodrigues Rivera, Haym Isaac Carregal, Abraham Touro, Moses Hays, Moses Lopez, Judah Touro, Abrtham Mendes e Abraham Ali.

Di circa 600 navi in partenza dal porto di Newport, più di 300 erano impregnate nel traffico di schiavi. Il carico tipico di una nave, ‘La Fortuna’, era di 217 schiavi che costavano circa $ 4.300 e venivano venduti per $ 41.438.

Solo circa il 10% dei capitani delle navi erano Ebrei, perché loro non volevano esporsi ai rigori del viaggio di 6 mesi. Preferivano stare a casa e continuare le operazioni di distillazione che continuavano a rifornire di rum e whiskey gli Indiani per molti anni, con un profitto molto elevato.

DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO

Elizabeth Donnan, 4 Vols. Documents Illustrative of the History of the Slave Trade to America, Washington, D.C., 1930-1935. "Carnegie Institute of Technology," Pittsburgh, Pennsylvania.

Adventures of an African Slaver, di Malcolm Cowley, 1928. Pubblicato da Albert e Charles Bori, New York.

The Story of the Jews in Newport, del Rabbino Morris A. Gutstein. The Jew Discovers America, di Cthmar Krainz.

The International Jew, di Henry Ford.

The Plot Against the Church, di Maurice Pinay.

Protocol for World Conquest, 1956, della Conferbbini Americani

Behind Communism, di Frank L. Britton

Non possiamo sottovalutare nemmeno questa breve storia dell’ebreo Moderno senza notare un fenomeno, ossia la confusione della società Gentile per venti secoli. E’ questa la capacità del popolo Ebraico, mantenere sempre la loro identità nonostante secoli di esposizione alla civiltà Cristiana. Per ogni studioso di Giudaismo, o per gli Ebrei stessi, questo fenomeno viene parzialmente spiegato dal fatto che il Giudaismo non è soltanto una religione, né soltanto un fatto razziale, né semplicemente un fatto di nazionalità. Si tratta piuttosto di tutti e tre insieme, è una specie di trinità. Il Giudaismo viene descritto meglio come una nazionalità costruita su entrambi i pilastri di razza e religione. Tutto questo è strettamente connesso ad un altro aspetto del Giudaismo, ossia il mito della persecuzione. Sin dalla loro prima comparsa nella storia, vediamo gli Ebrei che diffondono l’idea di essere un popolo abusato e perseguitato, e questa idea è, ed è sempre stata, centrale nel pensiero Ebraico. Il mito della persecuzione è la colla ed il cemento del Giudaismo: senza di esso gli Ebrei avrebbero cessato da molto di esistere, nonostante la loro nazionalità razziale-religiosa.

E’ un dato di fatto che il popolo Ebraico abbia sofferto molte difficoltà nel corso della storia, ma questo è vero anche per altri popoli. La differenza principale è che gli Ebrei ne hanno tenuto nota. Dobbiamo ripeterlo – ne hanno tenuto nota – hanno fatto della persecuzione una tradizione.

Un massacro a caso di migliaia di Cristiani non viene ricordato da nessuno dopo 50 anni, ma una menomazione riscontrata su qualche Ebreo viene conservata per sempre nelle storie Ebraiche. E non ne parlano a gran voce solo fra di solo, ma anche ad un mondo simpatetico.

http://web.archive.org/web/20150909221028/http://www.radioislam.org/islam/english/toread/who_brought_slaves_to_america.htm


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